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Giglio, Legambiente: "Istituire subito l'Area marina protetta"

Legambiente chiede al Ministro dell'Ambiente di riavviare subito l'iter istitutivo dell'area marina protetta per tutelare uno dei mari più belli e più ricchi di biodiversità del Mediterraneo.

Redazione GreenCity

"Chiediamo la rapida istituzione dell'Area marina protetta dell'Arcipelago toscano. C'è poco da dire, in una zona protetta la nave non sarebbe entrata, avrebbe mantenuto la distanza prevista dalla normativa sulla zonazione dell'area e questa terribile tragedia non sarebbe avvenuta. Istituire ora il parco marino, dopo tre decenni dalla sua prima previsione, sarebbe un segnale importante per la sicurezza dei cittadini e la tutela dell'ambiente".
Così Legambiente, per voce del suo responsabile Mare, Sebastiano Venneri, torna a chiedere la rapida istituzione dell'Area marina protetta dell'Arcipelago Toscano. Per sanare anche l'assurda situazione per cui un fragile e prezioso tratto di mare interno al Santuario internazionale dei Mammiferi marini Pelagos (per cui vige anche un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco), è diventato il teatro di comportamenti scriteriati che hanno determinato il naufragio della Concordia".


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L'Area marina protetta (AMP) dell'Arcipelago Toscano infatti, prevista dalla legge 979 del lontano 1982 (Disposizioni per la difesa del mare), confermata dalla legge quadro 394 del 1991 (Aree protette) e da successive leggi e modifiche, non è mai stata istituita anche per l'opposizione di quegli stessi localismi che ancora pochi mesi fa sollecitavano gli "inchini" rasenti a coste e che, se fosse stata approvata l'Area Marina Protetta al Giglio così come proposta dal ministero, non sarebbero potuti avvenire in zona B (dove sarebbe la destinazione delle Scole e dove si è schiantata la nave), ma solo più a largo della costa
"Ci auguriamo - ha concluso Venneri – che il Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, voglia riavviare subito l'iter istitutivo dell'Amp anche lungo le coste delle isole maggiori, Elba e Giglio, tenendo conto della loro antropizzazione e delle loro attività turistiche e della piccola pesca da valorizzare, superando il doppio e coincidente veto del localismo e dei grandi  interessi che fino ad oggi hanno impedito di proteggere e valorizzare davvero uno dei mari più belli e più ricchi di biodiversità del Mediterraneo. Speriamo anche che gli amministratori dell'Arcipelago, di fronte a una tragedia così grande, mettano da parte campanili e facili demagogie e lavorino per il raggiungimento dell'obiettivo comune della giusta tutela del proprio territorio".

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Pubblicato il: 24/01/2012

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