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Legambiente: Durban, con Clini l'Italia nella giusta direzione

Legambiente: "L'Europa moltiplichi gli sforzi per raggiungere subito un accordo".

Redazione GreenCity

A Durban l'Italia - con l'intervento di oggi del ministro dell'Ambiente Clini - ha finalmente abbandonato il gioco ostruzionista del passato e si è dichiarata disponibile per un secondo periodo di impegni del Protocollo di Kyoto come transizione verso un giusto accordo globale che coinvolga anche le maggiori economie del pianeta superando la polarizzazione tra paesi industrializzati e in via di sviluppo.
"Un passo nella giusta direzione. L'Italia insieme all'Europa deve impegnarsi nelle prossime ore a Durban – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - per la nascita di un'alleanza trasversale tra paesi industrializzati, emergenti e in via di sviluppo in grado di spingere Cina e India ad abbandonare il gioco dei veti contrapposti e costringere così gli Stati Uniti ad approvare un mandato a sottoscrivere entro il 2015 un accordo globale che abbia come architrave il Protocollo di Kyoto. Un'impresa molto difficile alla quale occorre dedicare ogni sforzo sino all'ultimo minuto dei negoziati".
A tal fine è indispensabile raggiungere un accordo chiaro su come colmare il "gigatonne gap", ossia il divario tra gli attuali impegni di riduzione delle emissioni e quelli necessari per contenere il surriscaldamento globale al di sotto almeno dei 2°C. E serve anche trovare un accordo su come rendere operativo dal 2013 il Green Climate Fund (GCF) destinato a finanziare le azioni di riduzione delle emissioni e di adattamento ai mutamenti climatici nei paesi poveri. Si tratta, infatti, di dare certezza ai finanziamenti promessi a Copenaghen e confermati a Cancún attraverso una roadmap che aumenti annualmente i 10 miliardi di dollari già stanziati per il 2012 sino a garantire i 100 miliardi di dollari promessi per il 2020.

"Non sono ammissibili altri rinvii – ha continuato Cogliati Dezza -. L'attuale crisi economica e finanziaria non può rappresentare un alibi. Come già evidenziato dall'Agenzia Internazionale dell'Energia ‘ritardare l'azione è un finto risparmio: per ogni dollaro d'investimento evitato prima del 2020, sarà necessario investire 4,3 dollari in più negli anni successivi per controbilanciare l'aumento delle emissioni'.  L'Italia e l'Europa devono quindi moltiplicare i loro sforzi nelle prossime ore che saranno cruciali per mantenere viva la possibilità di giungere al più presto ad un accordo globale sul clima, rinnovando da subito a Durban il secondo periodo di impegni del Protocollo di Kyoto".

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Pubblicato il: 09/12/2011

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