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Sempre più aziende aderiscono alla Coalition for Affordable Solar Energy

La Coalition for Affordable Solar Energy (CASE) raddoppia il numero dei suoi associati nella prima settimana di vita. Si tratta di società americane, che contano circa 10.000 lavoratori, preoccupate dall'impatto del protezionismo sui posti di lavoro negli USA.

Redazione GreenCity

Dopo solo una settimana dalla sua costituzione, dozzine di società americane del settore dell'energia solare, che contano migliaia di lavoratori americani, hanno aderito alla Coalition for Affordable Solar Energy (CASE) con la finalità di sollecitare i rappresentanti a fornire il loro contributo per una soluzione della dannosa istanza presentata da SolarWorld in tema di commercio.
La Coalizione rappresenta ora 52 aziende americane del settore solare sparse su tutto il territorio degli Stati Uniti, che operano lungo tutta la value chain, con oltre 9.600 lavoratori il cui peso è pari a circa il 10% dell'intera forza lavoro dell'industria solare in America. 
"Ogni giorno, nuove società americane si schierano per opporsi al tentativo di SolarWorld di bloccare la concorrenza nell'industria americana del solare" ha detto Alan Epstein, Presidente e COO di KDC Solar, un nuovo membro di CASE basato in New Jersey. "La concorrenza è un fatto positivo per l'industria del solare statunitense, per i suoi lavoratori e per l'economia. L'industria solare deve rimanere unita nella sua missione di rendere l'energia solare accessibile a tutti".  
I membri del CASE sono ampiamente rappresentativi dell'intera industria solare americana, e si tratta sia di grandi che di piccole società, inclusi produttori di silicio e di moduli, sviluppatori, società di servizi finanziari e immobiliari e installatori.
"Quest'anno abbiamo assunto 400 nuovi addetti, tra cui elettricisti, carpentieri, venditori, operatori dei call center, sulla scia dello sviluppo del settore dell'energia solare catalizzatore di nuove opportunità economiche e di occupazione" ha detto Ken Button, co-fondatore e presidente di Verengo Solar Plus. "Se l'istanza di SolarWorld avrà successo, l'impatto negativo che ne deriverà colpirà l'intera industria americana del solare e ci chiediamo se i lavoratori di SolarWorld siano più importanti dei nostri". 
In un recente report sul settore solare, l'analista di Jefferies Jesse Pichel ha spiegato come  l'istanza protezionistica di SolarWorld potrebbe danneggiare la crescita dell'intero settore del solare negli USA: "L'industria solare americana, che già soffre per la mancanza di  finanziamenti, dovrà fare i conti con prezzi dei pannelli più alti e con una domanda che diminuirà se i dazi compensativi saranno imposti prima di Marzo 2012. La stessa SolarWorld potrebbe subire un forte contraccolpo, in presenza di sviluppatori e installatori statunitensi colpiti da questo provvedimento che mira a fare terra bruciata nell'intero settore". 
L'istanza di SolarWorld è stata largamente impopolare nell'industria solare americana, tenuto conto della sua potenziale capacità di danneggiare migliaia di lavoratori lungo la value chain. In una recente indagine condotta da PV Magazine, il 76,4% del campione si è detto contrario alla petizione di SolarWorld, mentre solo il 20% si è detto d'accordo.  
"Dobbiamo stare attenti a non mettere in pericolo 100.000 posti di lavoro nel tentativo di salvare i 1.000 di un'unica società in difficoltà" ha aggiunto Button. "Per il 2012 è atteso un incremento di circa 24.000 posti di lavoro, ma se i costi del solare salissero a livello proibitivi tala crescita sarebbe seriamente compromessa". 
Per saperne di più sul Coalition for Affordable Solar Energy (CASE), si può visitare il sito www.coalition4affordablesolar.org.

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Pubblicato il: 22/11/2011

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