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Clima, ghiacci dell'Artico al minimo storico, Greenpeace in missione

Il National Snow and Ice Center statunitense annuncia che la contrazione dei ghiacci dell'Artico quest'anno ha raggiunto il secondo livello più basso della storia.

Chiara Bernasconi

Mentre Greenpeace è in missione nell'Artico a bordo della nave rompighiaccio Arctic Sunrise per studiare lo stato di salute dei ghiacci, il National Snow and Ice Center statunitense annuncia in anticipo che la contrazione dei ghiacci dell'Artico quest'anno ha raggiunto il secondo livello più basso della storia.
Mentre al Polo Nord la situazione precipita, i governi e le grandi multinazionali del petrolio, tra i primi responsabili dell'innalzamento delle temperature globali, fanno a gara per mettere le mani sul greggio dell'Artico frenando ogni efficace provvedimento contro i cambiamenti climatici.
"Dobbiamo rapidamente ridurre l'emissione dei gas serra e passare a fonti energetiche pulite e rinnovabili, se vogliamo restituire al Pianeta qualche possibilità di conservazione", afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.
Till Wagner, scienziato del Polar Ocean Physics Group dell'Università di Cambridge, in viaggio sull'Arctic Sunrise, aggiunge: "Ciò che stiamo osservando è uno sconcertante ritrarsi dei ghiacci. La velocità e l'ordine di grandezza di questa contrazione non possono essere spiegati dall'eventualità di condizioni meteorologiche estreme o da altre teorie del genere. Si tratta di una conseguenza diretta dell'innalzamento globale delle temperature, che determina un riscaldamento dell'aria e degli oceani".
Il precedente record di riduzione dell'area ghiacciata nell'Artico, nel 2007, coincideva con un periodo di forti anomalie climatiche.
L'enorme perdita di ghiaccio registrata quest'anno, con condizioni climatiche meno estreme, ci indica che la banchisa è sottile e deteriorata e che i mari ghiacciati dell'Artico andranno incontro a diminuzione nel lungo periodo.
Lo spessore dei ghiacci è un elemento chiave per misurare l'impatto dei cambiamenti climatici nell'Artico e la tenuta complessiva della calotta, perché i ghiacci più antichi crescono in spessore in diverse stagioni contribuendo all'aggregazione della calotta, mentre quelli più sottili - che stanno prendendo il posto dei primi - tendono a essere meno compatti e a sciogliersi con più facilità durante l'estate.


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Pubblicato il: 16/09/2011

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