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D'Alema e Scaroni chiudono la tre giorni di Energie Positive

Si è concluso ieri la tre giorni di Energie Positive di Perugia. Tematica principale "La politica europea dell'energia": ecco le posizioni di Massimo D'Alema e Paolo Scaroni.

Redazione GreenCity

L'ultimo appuntamento di Energie Positive, svoltosi ieri alla Sala dei Notari di Palazzo dei Priori a Perugia, è stato aperto dalla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e dal sindaco di Perugia Wladimiro Boccali.
Sul tema al centro del dibattito, "la politica europea dell'energia", sono intervenuti: il presidente della Fondazione Italianieuropei Massimo D'Alema, l'amministratore delegato F2i Vito Gamberale, l'amministratore delegato GSE Nando Pasquali, e Paolo Scaroni amministratore delegato di Eni. 
d-alema-e-scaroni-chiudono-la-tre-giorni-di-energi-1.jpg"L'Unione europea si è posta l'obiettivo di una riduzione di 1 miliardo di tonnellate di CO2, passando da 5 miliardi a 4 miliardi nel 2020 - ha sottolineato l'amministratore delegato di EniPaolo Scaroni -. Si tratta di un obiettivo ambizioso e di uno sforzo meritevole di essere fatto. La riduzione di 1 miliardo di tonellate di CO2 equivarrebbe alle sole emissioni dell'intero parco termoelettrico europeo".
"Ma tale impegno - ha proseguito l'Ad - ha senso se ci seguono anche Cina e Stati Uniti, altrimenti si tratta di uno sforzo inutile e velleitario. L'Ue infatti emette il 13% di CO2 a livello globale mentre Cina e Usa molto di più. Quindi tutti gli sforzi che l'Europa farà da qui al 2020 porteranno a una riduzione delle emissioni pari a un terzo dell'incremento delle emissioni della Cina nello stesso periodo". Per centrare questi obiettivi la sola strada delle energie rinnovabili non basta: "Non sono la risposta, ma una delle risposte".
La prima strada da percorrere è quella dell'efficienza energetica e del risparmio energetico. La seconda strada è quella del nucleare (anche se ha ribadito la posizione di Eni di non voler entrare nell'attività nucleare), mentre la terza è quella rappresentata dal gas. A tale proposito, ha affermato che rimpiazzando le centrali a carbone europee con quelle a gas si potrebbero tagliare emissioni pari a 500 milioni di tonnellate di CO2.
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"Sono molto dubbioso che il nucleare rappresenti una soluzione per il nostro Paese - ha detto Massimo D'Alema - e sull'opportunità di fare investimenti giganteschi in tecnologie superate. Credo sia più una proposta progandistica che un'idea di politica industriale. Saremmo dipendenti - ha aggiunto - dovendo ricorrere a grandi commesse da Francia e Usa, per i quali il nucleare italiano sarebbe un grande affare". D'Alema ha invece voluto mettere l'accento sull'opportunità rappresentata dalle fonti rinnovabili anche al fine di creare posti di lavoro nell'industria italiana. "E' necessaria una politica energetica nazionale, una politica di incentivi ai produttori, ragionevoli margini di guadagno, riduzione dei costi, maggiore coinvolgimento degli enti locali e forti investimenti nella ricerca e nell'innovazione".

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Pubblicato il: 08/11/2010

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