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Ecomondo, nel 2050 due terzi dell'energia elettrica da mini-centrali

Entro il 2050 due terzi dell'energia elettrica sarà prodotta da mini-centrali. Il dato emerge dalla sessione sui nuovi modelli energetici del Forum Ambiente ed Energia.

Redazione GreenCity

"Entro il 2050 quasi due terzi della produzione elettrica mondiale saranno prodotti dalla generazione distribuita, in particolare dai settori commerciale e residenziale" ha detto Paolo Frankl, capo divisione del settore energie rinnovabili dell´Agenzia internazionale dell´energia, intervenendo al convegno ‘Cambia il modello energetico: verso la generazione distribuita', una delle tre sessioni pomeridiane del Forum Internazionale Ambiente ed Energia.
Frankl ha sottolineato la necessità di ridurre le emissioni inquinanti: "Se il trend non cambia, si va verso il raddoppio delle emissioni di biossido di carbonio, che dovranno essere ridotte della metà entro il 2050. Se non lo faremo il rischio è che la temperatura media globale aumenti fino a due gradi centigradi in più, con enormi conseguenze dal punto di vista dello scioglimento dei ghiacci e dell´innalzamento dei mari".
L'agenzia internazionale, con sede a Parigi, ha quindi indicato le possibili soluzioni: da un lato puntare sempre più su un migliore utilizzo dell´energia, dall´altro ricorrere a un diverso mix energetico, come le fonti rinnovabili, ma anche potenziare le tecnologie dedicate alla cattura e lo stoccaggio della CO2.
Frankl si è soffermato in particolare sulle energie pulite, ricordando che in futuro costituiranno il 50% di tutta l´energia prodotta: "Grazie all´implementazione di tecnologie rinnovabili sempre più efficienti si potrà arrivare a una forte riduzione del loro costo". La prima tecnologia su cui lo Iea scommette è quella eolica, seguita da solare, biomasse e geotermia.

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Nel corso dell´incontro si è parlato soprattutto del sistema di incentivazioni delle fonti rinnovabili, che ad oggi è stato uno strumento essenziale per creare un mercato in grado di allettare le aziende e per avvicinare gli stessi consumatori, sempre più protagonisti dell´evoluzione di un sistema energetico centralizzato, come quello attuale, ad una rete di generazione distribuita.
Una piccola provocazione è giunta, invece, dal direttore Studi statistici del Gse Costantino Lato, secondo il quale la forte crescita della capacità produttiva, proveniente in particolare dall´eolico delle regioni meridionali, è ostacolata dalla mancanza di infrastrutture elettriche tradizionali. Secondo l´ufficio studi Gse, i piccoli impianti del futuro saranno soprattutto fotovoltaici.
A fine 2010 la previsione è di un totale di 130mila impianti, pari a 2500 MW, mentre per il prossimo anno la cifra complessiva prevista è di 210mila piccole centrali, 1000 delle quali nuove, per 4500 MW.

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Pubblicato il: 04/11/2010

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