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L'Unione per l'Innovazione

Non ci può essere crescita senza innovazione. Con questo slogan la Commissione Europea ha annunciato oggi "L'Unione per l'Innovazione", una delle sette iniziative faro nell'ambito della strategia "Europa 2020". Obiettivo: stimolare la crescita economica e, con essa, l'occupazione.

Franco Cavalleri

Non ci può essere crescita senza innovazione. Con questo slogan la Commissione Europea ha annunciato oggi "L'Unione per l'Innovazione", una delle sette iniziative faro nell'ambito della strategia "Europa 2020". Obiettivo: stimolare la crescita economica e, con essa, l'occupazione.
"L'Unione per l'Innovazione" è stata sviluppata di pari passo con la comunicazione sulla nuova strategia in materia economica e industriale, che verrà adottata dalla Commissione europea il prossimo 27 ottobre. L'hanno battezzata "Nuova politica industriale", l'augurio è che abbia migliori risultati dell'omonima politica impostata dalla Russia comunista nei primi anni Venti del secolo scorso e che avrebbe condotto ad una crisi economica e sociale impressionante, la peggiore mai vissuta nel Vecchio Continente. I morti furono decine di milioni, qualcuno dice anche venti, se non di più.
Tralasciando i ricorsi storici, l'iniziativa della Commissione Europea, annunciata oggi durante una conferenza stampa dai Commissari Màire Geoghegan-Quin (Ricerca, Innovazione e Scienza) e Antonio Tajani (Industria e Imprenditoria, nonché vicepresidente della Commissione) ha le carte in regola per spingere l'UE fuori dalle secche della crisi economica e dare il via ad un nuovo periodo di creazione di ricchezza.
Tra gli obiettivi figura l'incremento degli investimenti in Ricerca e Sviluppo. Attualmente l'Europa è ferma ad una quota di circa il 1,9% del Pil, contro il 2,6% degli USA ed il 3,4% del Giappone. Passare ad una quota del 3% basterebbe, da solo, ad incrementare il Pil europeo del 4,7% (stimati in circa come €795 miliardi) e a creare qualcosa come 3,7 milioni di posti di lavoro nei prossimi quindici anni.
"L'Europa che sta uscendo dalla crisi deve fare i conti con una fortissima concorrenza a livello mondiale e, in questo contesto, innovare riveste un carattere d'urgenza. Se non riusciremo a trasformare l'Europa in un'Unione dell'Innovazione le nostre economie saranno destinate al declino", hanno dichiarato all'unisono i due commissari durante le presentazione dell'iniziativa.
La strategia della Commissione Europea sulla politica industriale punterà in particolare ad assicurare una catena del valore solida, diversificata e competitiva nel settore manifatturiero. Il focus del progetto sarà sulle imprese piccole e medie.
Non sarà possibile, però, raggiungere una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva, come indicato da "Europa 2020", senza puntare su un modello di innovazione che sia in grado di cogliere e mettere a frutto il potenziale di ciascun settore economico. Da qui, il nuovo e più ampio concetto di innovazione presentato oggi.
Perché "innovare – ha detto Tajani - non significa solo concentrarsi sulla tecnologia ma guardare anche ad altri modelli di innovazione: di concetto, sociale, di deseign, legata ai servizi, al branding e alle industrie creative e culturali".
Il documento identifica alcune aree di intervento, con obiettivi specifici. Vediamoli in dettaglio.[tit: Rafforzare gli investimenti nella Conoscenza]
Rafforzare gli investimenti nella Conoscenza
  1. portando a compimento entro il 2014 l'Area di Ricerca Europea (ARE), attraverso un maggiore coordinamento tra le politiche di ricerca dei singoli stati dell'UE, l'eliminazione degli ostacoli burocratici, una serie di azioni per favorire la mobilità dei ricercatori all'interno dell'UE e impedire che si rivolgano a laboratori e centri di ricerca in altre zone del pianeta importante anche, nella visione della CE, favorire una maggiore apertura degli archivi degli istituti di ricerca pubblica e un accesso più facile alle pubblicazioni e alle informazioni che contengono.

  2. modernizzando i sistemi educativi, a tutti i livelli, portandoli all'eccellenza. L'UE ha fame di più Università di livello e prestigio mondiale, e questo si può fare solo trattenendo i ricercatori europei e attraendo i migliori cervelli dei paesi non europei. Per questo la Commissione si propone di creare degli indicatori multi-disciplinari che permetteranno di comparare le università a liello mondiale, e di rafforzare la collaborazione tra le imprese e il mondo dell'istruzione al fine di creare nuovi curricula più rispondenti agli effettivi bisogni del mondo del lavoro.

  3. semplificando l'accesso ai Programmi europei, in particolare per le PMI, con un rafforzamento dei legami e della cooperazione con il mondo del privato, da una parte, e con la BEI, dall'altra.
[tit: Creare le condizioni di base e rimuovere gli ostacoli all'innovazione]
Creare le condizioni di base e rimuovere gli ostacoli all'innovazione
  1. favorire l'accesso al credito, con misure concrete per la realizzazione di venture capital transfrontalieri. La collaborazione con la BEI deve servire a stimolare gli investimenti nel trasferimento tecnologico e in start up, ed il venture capital per le imprese che raggiungono una rapida crescita sul mercato globale. Tra le alre misure comprese in questa sezione, l'adozione della Direttiva sui ritardi di pagamento, che da sola contribuirà a immettere sul mercato una liquidità aggiuntiva pari a €180 milioni.

  2. diminuire il costo dei brevetti. Secondo i dati forniti dall'Ufficio Europeo dei Brevetti, un'azienda europea, se vuole ottenere e mantenre un brevetto valido in tutti i 27 Stati Membri per lameno un anno deve pagare la cifra di 192.000 euro. Negli USA, un brevetto valido in tutti i 50 States costa 4412 euro. Raggiungere quanto prima un accordo sulla proposta recentemente adottata dalla Commissione Europea permetterà alle imprese di risparmiare quasi 250 milioni di euro l'anno!

  3. un utilizzo strategico e oculato degli appalti pubblici. La proposta è che gli Stati Membri destinino una parte del loro budget agli appalti pubblici per i prodotti ed i servizi innovativi, oppure agli appalti pubblici pre-commerciali incntivando infine gli appalti "verdi".

  4. una riforma del sistema di standardizzazione, rendendolo più rapido e favorendo la possibilità delle imprese europee di competere a livello globale.

[tit: Evitare la frammentazione del mercato interno e la duplicazione dei costi]Evitare la frammentazione del mercato interno e la duplicazione dei costi
  1. lancio nel 2011 dello European Design Leadership Board, che dovrà presentare proposte concrete su come rafforzare il ruolo del design nelle politiche dell'innovazione. Tra quetse figura la creazione di uno European Dsign Excellence Label. Verràanche creata un'Alleanza per le industrie creative europee, con il compito di sviluppare nuove forme di sostegno per le industrie creative e promuovere l'uso della creatività anche in altri settori.

  2. lancio, sempre nel 2011, di un Programma di ricerca sull'Innovazione nel settore della Pubblica Amministrazione e sull'Innovazione Sociale.

  3. revisione, l'anno prossimo, delle regole sugli aiuti di Stato sulla ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, con l'obiettivo di definire quali forme di innovazione possano effettivamente avere accesso a questi finanziamenti.

  4. impostare un miglior uso degli 86 miliardi di euro che costituiscono il budget per la ricerca e l'innovazione nel periodo 2007-2013.

  5. lancio dei Partenariati per l'innovazione. Per facilitare e potenziare la catenza completa del processo d'innovazione, che va dalla ricerca primaria che si fa nelle Università e nei laboratori, fino alla produzione industriale, la comunicazione proporrà di puntare sui "Partenariati per l'Innovazione". A gennaio 2011 sarà lanciato un primo progetto pilota per favorire l'invevecchiamento in buona salute. Nel sguiranno altri, nel corso del 2011, nel settore dell'acqua, della mobilità intelligente, delle Smart Cities e delle materie prime.





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Pubblicato il: 06/10/2010

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