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La ricetta APC per il risparmio energetico in ambiente IT

Parlare di tecnologie verdi, di risparmio energetico, di efficienza e di riduzione dei consumi è oramai inevitabile nonché necessario. Fabio Bruschi, Country Manager APC by Schneider Electric Italia, spiega come risparmiare fino al 38% della spesa energetica dell'infrastruttura IT.

Redazione GreenCity

Parlare di tecnologie verdi, di risparmio energetico, di efficienza e di riduzione dei consumi è oramai inevitabile nonché necessario. L'altissima densità di energia per metro quadro richiesta dai data center pone problemi di scalabilità, di riorganizzazione delle reti per l'approvvigionamento di energia e di impatto ambientale. Non possiamo dunque astenerci da politiche alternative, che implichino lungimiranza sul fronte tecnologico e un'attenta valutazione economica.
APC by Schneider Electric adotta da tempo un approccio ecologico, che si è dimostrato vantaggioso anche in termini aziendali. Soluzioni scalabili e dimensionate correttamente, che possano crescere insieme al carico IT, offrono l'opportunità di migliorare l'efficienza energetica, ridurre i costi e dare il proprio apporto per la salute del nostro pianeta.

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GreenCity - La virtualizzazione dei server consente di diminuire lo spazio necessario per un data center, con risvolti positivi su tutti i fattori connessi: numero dei server, metri quadri necessari per ospitare le macchine, consumi elettrici per illuminare-raffreddare-alimentare macchine e strutture. Qual è la ricetta APC?

Fabio Bruschi:
La virtualizzazione delle applicazioni nelle sale CED è un trend inarrestabile che sta cambiando il volto del data center e di tutto ciò che concorre al funzionamento dell'infrastruttura fisica; per la protezione dell'alimentazione, la richiesta di scalabilità, flessibilità e rapidità di aggiornamento è senza precedenti. Grazie alle tecnologie di virtualizzazione è oggi possibile una drastica riduzione del numero di server alloggiati in un data center, con notevoli risparmi di spesa energetica. Se questo rappresenta certamente un vantaggio evidente da un lato, dall'altro presenta un effetto collaterale importante: è necessario, infatti, tenere ben presente che a parità di capacità elaborativa, un data center ad alta virtualizzazione conterrà molti meno server che, essendo sfruttati al massimo, consumeranno più energia unitaria, con conseguente necessità di erogare più potenza a livello di singolo rack. Inoltre, poichè tutta l'energia in ingresso in un server è trasformata in calore (99.9999%) e in lavoro meccanico (quasi nullo), si dovrà anche smaltire una maggiore quantità di calore per unità di volume, arrivando a densità fino a 40 KW per rack. Ecco perché, una volta virtualizzato il data center, occorre adeguare l'infrastruttura fisica affinché sia in grado di sostenere il livello di prestazione che ci si aspetta dai sistemi. Punti critici sono l'assorbimento di energia elettrica dei sistemi di elaborazione e soprattutto i sistemi di condizionamento, che sono chiamati a dissipare quantità di calore per unità di volume elevate.  Senza necessariamente stravolgere la propria organizzazione, ma sfruttando al meglio le risorse disponibili o con investimenti mirati, è possibile risparmiare fino al 38% della spesa energetica dell'infrastruttura IT. Un importante contributo viene dall'adozione di software di management sofisticati in grado di gestire dinamicamente al variare dei carichi e delle esigenze la distribuzione dell'energia e di dare una visione completa dell'utilizzo della stessa nell'infrastruttura, evidenziando eventuali sprechi, ottimizzando la gestione complessiva dei sistemi IT anche in comunicazione con altri sistemi che consumano molta energia quali ad esempio i sistemi di edificio (building management), la climatizzazione, e così via.

GreenCity - Uno degli aspetti importanti in ambito IT è riuscire ad abbassare il costo della bolletta energetica del data center, il che può passare anche da una corretta valutazione del fattore "raffreddamento". Come si configura in questo campo l'esperienza di APC?

Fabio Bruschi:
Se consideriamo che la spesa mondiale annua per raffreddare e alimentare un server equivale al 60% della spesa per acquistare nuove macchine,  una distribuzione mirata del raffreddamento diventa indispensabile: in questa prospettiva, riteniamo vantaggioso passare da un raffreddamento di tipo perimetrale, a un sistema basato su tecnologie 'in row', cioè per file, e che garantisca inoltre  la possibilità di azione differente sia in termini temporali che in termini spaziali. Secondo stime dei nostri laboratori di ricerca, grazie ai sistemi di raffreddamento su file si riesce ad aumentare la DciE (Data center infrastructure efficiency) di un data center con buona virtualizzazione passando dal 40% al 60%, cioè passando da un risparmio energetico offerto dalla sola virtualizzazione del 10% ad un risparmio energetico del 30% consentito dal datacenter virtualizzato e anche dotato di sistemi di raffreddamento ad alta efficienza.


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Pubblicato il: 31/03/2010

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