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Rcm analizza i possibili scenari del dopo-Copenhagen

Il Sustainability Research team di Rcm ha ipotizzato le possibili conseguenze del successo e dell'insuccesso della conferenza di Copenhagen.

Redazione GreenCity

Il Sustainability Research team di Rcm, società del gruppo Allianz Global Investors, ha presentato le sue previsioni alla vigilia della Conferenza di Copenhagen sui cambiamenti climatici.
In caso di successo del summit, che sia decretato dalla definizione di un accordo quadro che possa tradursi in impegni vincolanti, il Sustainability Research team prevede i seguenti scenari per il 2010:
1. Economie e imprese torneranno a competere per definire gli standard tecnologici applicabili alle soluzioni a basso impiego di carbonio.
2. Proseguirà il decoupling tra crescita economica ed emissioni di gas serra.
3. Le politiche interne 'in sospeso' sui cambiamenti climatici riceveranno il supporto necessario per essere definitivamente approvate.
Se invece negoziati dovessero arenarsi e non si arrivasse a definire un accordo quadro, il team ha dichiarato di attendersi il seguente scenario meno favorevole:
1. Possibile stallo delle politiche locali sui cambiamenti climatici. Negli Stati Uniti e in Australia, per esempio, la trasformazione in legge delle proposte in sospeso dipende in parte dagli impegni che la Cina e le altre economie emergenti si assumeranno a Copenhagen.
2. Una parte del mondo imprenditoriale esiterà a stanziare massicci investimenti in conto capitale a causa dell'incertezza relativa al costo futuro delle emissioni di gas serra.
3. Non sarebbe, però, il capolinea. Se anche non si raggiungesse un accordo quadro a dicembre, riteniamo che non sarebbero annullati i significativi impegni che molti Paesi hanno già assunto singolarmente per ridurre le emissioni.
Barbara Evans, Sustainability Research Analyst di Rcm, ha commentato: "nonostante i notevoli progressi compiuti in vista del summit di Copenhagen, in particolare per quanto concerne l'adattamento ai cambiamenti climatici, i trasferimenti di tecnologia e lo sviluppo della capacità, devono ancora essere affrontate sfide importanti. Un aspetto critico dei negoziati riguarderà gli obiettivi a medio termine di riduzione delle emissioni per i Paesi industrializzati: è certamente positivo che le nazioni sviluppate abbiano già stilato un elenco pressoché esaustivo di "intenzioni", ma in molti casi i tagli richiesti dagli esperti non sono stati effettuati".

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Pubblicato il: 03/12/2009

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